Isernia vanta una ricchezza storico-artistica invidiabile da tutti. Purtroppo sconosciuta da molti. I ragazzi del Pon “comunichiamo e socializziamo attraverso i media” sono andati a scoprirlo. Gli studenti hanno fatto un tuffo nella storia tra le bellezze della città, accompagnati da Andrea Zullo, dell’associazione ISARC.
La fondazione di Isernia
La colonia latina nacque il 20 settembre del 295 a.C. Dopo la vittoria dei romani sui popoli italici, i loro territori vennero occupati e romanizzati. A testimoniarlo sono le mura nella piazza Giosuè Carducci. Oggi visibili in parte, ma un tempo percorrevano tutta la città. Le mura vennero costruite in modo trasversale per tagliare i venti freddi, e riempite per evitarne il crollo, com’erano tipici a fare i romani. Sono state trovate mura di opera poligonale, opera quadrata e semi-quadrata. Particolarità è l’asse cittadino inclinato verso il cardine Nord-Sud. Il nome originario “Aesernia” deriva da “città fondata sull’acqua” a testimoniare l’importanza dei fiumi Carpino e Sordo che la costeggiano. La città era una delle poche che poteva coniare monete, oltre ad avere la zona delle domus popolari.
La Fontana Fraterna
La sua posizione originaria è sconosciuta. Prima del 1835 non ci sono fonti che la documentano. L’architetto, Felice Caruso, ha realizzato la fontana con reperti archeologici riciclati. Nella parte inferiore si trovano blocchi di sarcofagi romani. Le colonne, tutte diverse, sono di epoca medievale. Altre parti derivano dai resti del terremoto del 1805 che distrusse la città. La confraternita che ne ordinò la costruzione è la confraternita “della fraterna”.
Piazza Giosuè Carducci
La piazza dove sorgono le mura di cinta e la fontana Fraterna è frutto del bombardamento del 10 settembre 1943. Per ricordarlo, sono stati tracciati i perimetri delle abitazioni abbattute con una pietra scura che contrasta con la pietra bianca che riproduce la vecchia strada.
Le strutture ipogee, i criptoportici
Spesso confuse per cisterne, sono dei camminamenti romani. Attraversavano la città da nord a sud per snellire il traffico in superfice. Le insenature presenti servivano per le conserve alimentari. Le bocche di lupo, la mancanza di intonaco impermeabile e le mura ad angolo retto, smentiscono l’ipotesi che sia una cisterna. In seguito al terremoto del 1984 i criptoportici vennero utilizzati per smaltire illegalmente il materiale di risulta dei lavori di ricostruzione. Da questo derivano le macchie sulle pietre romane.
La Cattedrale
L’area sacra è realizzata nel punto più alto. Sul podio di travertino a doppia gola rovescia nascono due templi. Entrambi realizzati dagli Umbri. Sono ancora visibili i segni degli scalpelli sui grandi blocchi e la pavimentazione originale. Nella zona ipogea ci sono sarcofagi romani e paleocristiani. Le divinità a cui vennero dedicati i templi sono sconosciute. Si ipotizza siano divinità italiche dato che dopo la conquista di una città i romani ne ringraziavano i protettori.
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C.I.